GIORNO ZERO - PAZIENTE ZERO

Settimana scorsa ho iniziato con te questa avventura. Il mio obiettivo era abbastanza chiaro (almeno per me), anche se, sinceramente, non avevo idea di come sarebbe andata a finire.
Da quando ho lanciato l'iniziativa sono stata letteralmente bombardata di messaggi ed e-mail.
Mi aspettavo, ingenuamente, di ricevere storie e racconti nell'arco delle ore successive e invece no.
La risposta c'è stata, ma non come mi sarei aspettata.
Curiosità, interesse, domande. Tante domande.
Ma partiamo dall'inizio, da cosa mi ha portato qui, poi risponderò alle domande, a tutte, una ad una. 

Non mi piace parlare di me stessa, non saprei cosa dire, o meglio da dove partire.
Ci sarebbero così tante cose che potrei raccontare, ma il mio obiettivo non è presentarmi, ma rispondere a una semplice domande: Cosa mi ha portato qui. 

Semplice, non direi. 



perchè

E' il 2016, alla radio parlano di questo ragazzo che scrive una lettera al sé stesso del futuro, di quando sarebbe stato grande, 30, 40 anni in là nel tempo. 
Non ricordo i dettagli, pensai che era una cosa folle. 

Stavo lavorando al mio libro da tanto tempo che non sapevo più nemmeno cosa volessi scrivere per davvero. 
Non ho molti ricordi di quel periodo. Ero giovane ed innamorata, ma avevo anche degli obiettivi a breve termine da raggiungere. 

Volevo fare qualcosa, non lasciare che gli eventi condizionassero la mia giornata.
La cosa che mi spaventava maggiormente era svegliarmi un giorno vecchia senza aver fatto nulla nella mia vita. 
Avevo iniziato da poco a lavorare, ero carica, con quell'energia che hai nei primi due anni. 
La passione e la voglia di cambiare il mondo. 

Sapevo che quella carica mi avrebbe portato da qualche parte, ma che senza le mie paure sarebbero diventate realtà 

Fu allora che mi tornò in mente quel folle esperimento che avevo sentito alla radio.
E iniziai a scrivere. 

Non una lista di obiettivi, ma una lettera, alla me di quando avrei avuto 30 anni. 
Giuro, non ricordo cosa scrissi. 
Come detto, non ho molti ricordi di quel periodo. 
Stavo pensando di cambiare lavoro. 

Mi piaceva l'azienda in cui ero, ottima reputazione, possibilità di cresce, colleghi molto gentili, progetti interessanti. 
Posizione abbastanza comoda, orari d'ufficio. 
Se tornassi in dietro non so se cambierei ancora. 

Dall'altra parte mi offrivano più soldi (offrono sempre più soldi), un brand in cui non credevo, il doppio della distanza (forse il triplo), orari impossibili e colleghi competitivi. 

Accettai. 
E forse fu anche grazie a quella lettera. 
Mettere nero su bianco le mie paure, le mie aspettative, i miei desideri. 
Immaginarne la realizzazione, essere completamente sincera con me stessa, senza gli obblighi morali dettati dalla società. 
Senza avere paura di far arricciare il naso a qualcuno o di inimicarsi qualcun altro. 

Capii dove davvero volevo arrivare e cosa ero disposta a fare. 

Fu molto più utile che valutare i pro e i contro. 

Sono convinta che se non fosse stato per quel lavoro, oggi non sarei dove sono. 

E' il 2020, sono in Italia, la situazione di crisi è raccontata in tutti i telegiornali, web, social network, messaggi e qualsiasi altro mezzo di comunicazione. 

Ho preso una penna e ho iniziato a scrivere quello che avrei potevo fare per dare il mio valore aggiunto, per combattere questa guerra. 
Le parole scorrevano e si susseguivano in un flusso di coscienza senza senso. 
Avevo già buttato giù una montagna di carta, ma non riuscivo a capire, ad andare oltre.  
Qualsiasi mio pensiero mi teneva intrappolata in questa bolla temporale dettata dall'incertezza e dalla paura. 

Volevo fare qualcosa per liberarmi, ma non sapevo cosa. 

Ero al telefono con la mia più cara amica parlando di niente, delle serie tv, del tempo, dei ragazzi. E stavo bene, per un momento, ma settimane, non stavo pensando a quello che avveniva là fuori, da quello che avrebbe cambiato per sempre le nostre vite. 

Ho pensato al suo coraggio di mettersi in gioco, di come più volte negli anni mi aveva mostrato la sua intraprendenza e di come mi sentissi impotente in questo momento. 

Non so se è sia in quel momento che successo tutto o se era solo un processo che andava avanti da molto tempo. 

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