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E poi?

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Non faccio che chiedermi cosa succederà domani. Quando i negozi ricominceranno ad aprire, la gente ad uscire per strada. Quando sembrerà che stia per tornare la normalità. Cosa avremo imparato? Il mio invito è di scriverci una lettera. Scrivi una lettera a te stesso, al te che sarà uscito da questo lungo week end di pioggia. Raccontagli come stai e chiediglielo. Parla dei tuoi progetti, delle tue paure, dei tuoi desideri. Chiedigli com’è il mondo là fuori, cos’è cambiato e di cosa ci si è già dimenticati. Chiedigli come ha fatto a sopravvivere, dove ha trovato la forza per andare avanti. È il tuo migliore amico. Puoi confessargli qualsiasi cosa. Tu non lo conosci, ma ti sarai fatto un’idea di come potrebbe essere, di come vorresti fosse, diglielo. Chiediglielo. Aiutati a non dimenticare quanto stiamo vivendo. L’importanza storica di questi fatti sarà narrata nei libri di storia. Racconta la tua storia, non è importante saper scrivere quando parli ad un amico fidato Mandami la

GIORNO 10 - QUELLO CHE NON CAMBIA

Ho dovuto leggere tante lettere prima di trovare le parole e il coraggio per raccontare la mia storia. Se guardo ai giorni appena trascorsi di fatto non è cambiato molto nella mia routine. Gli uffici si sono svuotati, certo, ma il lavoro non è cambiato. Che sia in salotto o nell'open space di un'affollata multinazionale, il lavoro è sempre quello. La vita sociale e gli amici si sono trasferiti sui social, ognuno dal proprio divano, si va avanti tutti insieme. Netflix è sempre lo stesso. Sicuramente qualcosa mi manca, forse le cene in famiglia? Ma dal 4 Maggio si può dire di tornare alla normalità? Mi manca andare al mare, ma non è che ci andassi poi così di frequente. Mi manca la montagna e la neve, che non vedo da 3 anni. Il day by day non è poi così diverso,  tutta una corsa per arrivare a sera e al week end. Giusto il tempo di una pizza ed è già lunedì. Non so bene quale sia il valore aggiunto che questa crisi ha portato nella mia vita. Potrei citare q

GIORNO 9 - CAPIRE CHI MI FA STARE BENE

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Ecco davanti a me una pagina bianca di foglio word, è il momento giusto per mettere nero su bianco tutti i pensieri che ho nella testa.  Siamo in quarantena, ho dovuto mettere in pausa la mia vecchia vita e momentaneamente viverne un’altra senza tutte le persone che ne facevano parte. Sono già passati quasi due mesi, i giorni trascorrono tutti uguali nella propria abitazione, tutto sembra più amplificato perché sei solo con te stesso, a volte mi sento felice, a volte triste, proprio come quando da bambini si andava sull'altalena. Dato che mi reputo una persona che cerca di vedere sempre il lato positivo delle cose, sto utilizzando questo lockdown (usiamo qualche termine inglese che fa tendenza) per capire chi mi manca veramente, chi voglio al mio fianco, cosa e chi mi fa stare bene.  Foto di  fabio.tsu  da  Pexels Però, oltre a capire cosa voglio io, riesco anche a vedere l’atteggiamento delle altre persone che mi stanno vicino. Capisci chi tiene a te, chi ti manda u

GIORNO 7 - RICORDATI, RIPARTI DA QUI E CONTINUA COSì

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Cara Valeria, ormai ci siamo: stiamo per uscire dall'isolamento e presto torneremo ad una vita, per quanto possibile, normale. In realtà, sappiamo che di normale, almeno per un po’, ci sarà poco. Forse, anzi, una delle cose su cui più hai riflettuto durante l’isolamento, è che quella che era diventata la tua routine mancava di alcune cose che ti è stato permesso riscoprire negli ultimi due mesi. Stare da sola, completamente sola, per circa un mese ti ha permesso di vivere, anche fisicamente, cosa significa non ricevere un sorriso o un abbraccio. Ricordati di chi ti è stato accanto, di chi ti ha dato forza e fiducia e di come, quando tutto manca, anche i piccoli gesti – come l’apertura del barattolo delle olive – assumano valore narrativo:  l’impossibilità di condividere verbalmente anche le cose apparentemente più sciocche, infatti, ha fatto sì che acquisissero improvvisamente un’importanza inaspettata. Ricordati di Giuseppe, che ti ha mandato rose e baci ogni mattin

GIORNO 6 - SEMBRA SEMPRE LA FINE

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Carissimo Leonardo, forse non leggerai mai questa mia lettera, ma è giusto che io trovi il tempo di scriverla. Ti voglio bene e vorrei prendermi un attimo per raccontarti una storia che forse non ti servirà a niente nella vita o forse ti permetterà di vedere le cose in modo diverso.  Forse i tuoi figli lo studieranno a scuola, ma tu potrai dire di averlo vissuto.  Siamo in Italia, l'inverno sta per finire, sono anni che non c'è un governo del popolo. Una riforma costituzionale è alle porte, tra le tante cose.  La crisi economica sta dividendo il paese da più di dieci anni, ma ognuno continua la sua vita come se nulla fosse. Ci sono polemiche e proteste, tanto vocio e un forte dissenso nell'aria, ma nulla di concreto. Siamo negli anni 20 del 2000, in uno stato malato, spaccato e in forte crisi. In Cina, letteralmente dall'altra parte del mondo, o quasi, è in corso una strana epidemia, un virus. Tra chi parla di complotto e chi origina il virus

GIORNO 5 - IO RIPARTO DA QUI

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19/04/2020 Giorno X. Questo simbolo apparentemente così semplice ha infiniti significati. Incognita, forse il termine più appropriato per descrivere quanto sto vivendo. Parlo in prima persona perché voglio indirizzare questi pensieri a me stesso, al me bambino, al me adolescente, al me ragazzo, al me adulto, al me attuale, al me futuro. Mentre ascolto un malinconico Mahmood, ripenso a questi 29 anni di vita. Di tempo per pensare ce n’è fin troppo in questa primavera insolita, drammatica per il nostro pianeta. Chi l’avrebbe mai detto di dover fronteggiare una situazione del genere? Io, noi, essere umani abituati alla libertà, quasi a non dover rendere conto a niente e nessuno e invece adesso, chiusi forzatamente in casa, per il bene di tutti, un’esperienza alienante. Per fare una metafora è come un’auto abituata a fare i 120 km/h su rettilinei dei quali non si vede la fine ed, improvvisamente, costretta a frenare bruscamente per una coda inaspettata. Le auto in realtà sono fatt

GIORNO 4 - Sta poi a noi trovarne il senso

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Cara Giulia, quando Veronica mi ha proposto di scrivere questa lettera, ho pensato:  "Cavoli! Bella sfida!" Un ' occasione per guardarmi dentro, l'introspezione in questo "tempo sospeso". Tutti ci siamo fermati, chi solo, chi in famiglia, privati di quella libertà che ci è tanto cara, paralizzati dalla paura di quel "nemico invisibile" che ci ha cambiato la vita tutto d'un tratto. Emozioni che si alternano, quasi in un caos, a tratti lasciano spazio alla solita "apatia dei sentimenti", che ho imparato a costruire negli anni: la mia difesa. C'è la paura di ammalarsi, timore per chi mi è vicino e anche per chi è lontano. Poi il momento del "bollettino di guerra", ogni giorno al solito orario: mancava il respiro. Vivevo questi giorni con la sensazione di non aver più un mio spazio, un mio momento di svago, costretta a non poter scappare nei luoghi cari in cui sono solita andare nei "momenti no". Ric

GIORNO 3 - DISTANTI MA UNITI

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Mi sembra di essere tornato a scuola, ma ci provo. Non so bene come iniziare, l'ultima lettera che ho scritto era per l'avvocato. Egregio me del futuro. Ho pensato molto a cosa scrivere e mi scuso se la mia lettera sarà troppo semplice. Da questa pandemia ho riscoperto i veri amici, quelli che ti chiamano per sapere come stai e non solo perchè hanno bisogno. Questo ho imparato, stare uniti anche a distanza. Chiamare e sentire le persone care per avere un rapporto anche senza vedersi.  Avrei voluto non dover vivere tutto questo per riscoprirlo, ma ora non voglio più dimenticarlo. Amici scrivete anche voi cosa avete imparato. Questa quarantena non deve essere inutile.