GIORNO 5 - IO RIPARTO DA QUI

19/04/2020


Giorno X. Questo simbolo apparentemente così semplice ha infiniti significati. Incognita, forse il termine più appropriato per descrivere quanto sto vivendo. Parlo in prima persona perché voglio indirizzare questi pensieri a me stesso, al me bambino, al me adolescente, al me ragazzo, al me adulto, al me attuale, al me futuro. Mentre ascolto un malinconico Mahmood, ripenso a questi 29 anni di vita. Di tempo per pensare ce n’è fin troppo in questa primavera insolita, drammatica per il nostro pianeta.


Chi l’avrebbe mai detto di dover fronteggiare una situazione del genere? Io, noi, essere umani abituati alla libertà, quasi a non dover rendere conto a niente e nessuno e invece adesso, chiusi forzatamente in casa, per il bene di tutti, un’esperienza alienante.


Per fare una metafora è come un’auto abituata a fare i 120 km/h su rettilinei dei quali non si vede la fine ed, improvvisamente, costretta a frenare bruscamente per una coda inaspettata. Le auto in realtà sono fatte per governare questi sali e scendi,

ma l’essere umano non è una macchina.

Per l’essere umano frenare così di colpo è una cosa totalmente nuova, difficile da accettare soprattutto quando non si tratta di una breve frenata, ma di uno stallo, di un periodo indefinito, di una X. Gli stati d’animo sono in continua evoluzione. Per uno come me, abituato agli sbalzi d’umore, in realtà si tratta solo di un’amplificazione di montagne russe. Quando arrivi in cima, ti sei già lasciato alle spalle una parte del percorso, ma non hai idea di come sarà ciò che verrà dopo, specialmente se è la prima volta che ci sali.

Penso che chiunque sia stato quasi obbligato dalle circostanze a ripensare al proprio passato, a cosa vorrebbe cambiare del proprio presente e a cosa vorrebbe fare in futuro. 

Per quanto mi riguarda, sto dando valore a cose che magari ho sempre dato per scontato, sto capendo quanto sia importante il valore della vita, sto facendo un po’ di chiarezza dentro me stesso, processo in continuo mutamento ma sicuramente in atto. In fondo se ci penso siamo semplicemente obbligati a stare a casa nostra, il nostro nido. 

Mi ritengo fortunato ad essere in salute, anche le persone a cui voglio bene lo sono e, sapendo quello che c’è la fuori, è una cosa più che positiva. Io non so quando si tornerà alla vita di prima, so solo che questo 2020 lo ricorderò per sempre, lo racconterò a chi verrà dopo di me, anche se magari non capirà, perché solo chi vive in prima persona certe sensazioni può capire cosa vuol dire vivere un periodo del genere.

Il problema è principalmente a livello psicologico, perché per quanto una persona possa essere poco socievole, ha bisogno di contatto fisico, di attività sempre diverse, di stare con le persone, all’aria aperta.

La casa è sempre il proprio rifugio, ma il mondo è talmente grande, ci sono ancora così tante cose da scoprire che è riduttivo rimanere sempre nel proprio contesto. 


Foto di Flo Maderebner da Pexels


La virtualità non è mai stata così al centro, che si tratti di un motore per riscoprire in futuro i rapporti umani? 

Ciò che vorrei fare uscito di qui è sicuramente riprendere con le mie passioni, con il proposito di essere più costante e propositivo. 

Chi subisce le situazioni non sarà mai del futuro tutto felice, chi invece le governa può subire qualche delusione, ma prendersi molte soddisfazioni

In me c’è sempre stata una parte mentale con queste idee e una parte reale che ne ha messe in pratica meno della metà. Vorrei rendere concreta qualche idea in più. Bisogna anche dire che sono uno a cui è sempre piaciuto mettere nero su bianco le emozioni, fantasticando, idealizzando. La realtà non è sempre uno specchio fedele della propria mente, è un po’ più complicata. Sarei davvero contento di fare qualcosa di diverso uscito da queste sabbie mobili, da solo, in compagnia, soprattutto per me stesso. 
Fare qualche viaggio in più, uscire ogni tanto dalla mia comfort zone, rischiare. Penso che questo sia un piccolo grande passo verso un futuro dove sei più tu a decidere il corso degli eventi e non viceversa. 

Per concludere, personalmente ritengo che un testo, una fotografia siano fondamentali nella mia vita, perché i pensieri sono fluidi, instabili, ma una testimonianza registrata non se ne andrà mai e sarà sempre utile e stimolante vedere l’evoluzione del proprio Io nel tempo. Il 2020 è un po’ come l’anno zero, risorgerò, come un’araba fenice.

 Io riparto da qui.

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