GIORNO 6 - SEMBRA SEMPRE LA FINE


Carissimo Leonardo,

forse non leggerai mai questa mia lettera, ma è giusto che io trovi il tempo di scriverla.


Ti voglio bene e vorrei prendermi un attimo per raccontarti una storia che forse non ti servirà a niente nella vita o forse ti permetterà di vedere le cose in modo diverso. 



guardare le cose in prospettiva
Forse i tuoi figli lo studieranno a scuola, ma tu potrai dire di averlo vissuto. 

Siamo in Italia, l'inverno sta per finire, sono anni che non c'è un governo del popolo. Una riforma costituzionale è alle porte, tra le tante cose. 
La crisi economica sta dividendo il paese da più di dieci anni, ma ognuno continua la sua vita come se nulla fosse.

Ci sono polemiche e proteste, tanto vocio e un forte dissenso nell'aria, ma nulla di concreto.

Siamo negli anni 20 del 2000, in uno stato malato, spaccato e in forte crisi.

In Cina, letteralmente dall'altra parte del mondo, o quasi, è in corso una strana epidemia, un virus.

Tra chi parla di complotto e chi origina il virus nei mercati cinesi privi di norme igieniche.

All'opinione pubblica pare qualcosa di non più grave di una semplice influenza stagionale. 

Ci vuol circa un mese per arrivare alla chiusura delle frontiere.

La notizia diventa virale e un paio di settimane dopo i primi casi anche in Italia. È così che è iniziata la guerra del terrore e, di conseguenza, il lockdown.

Tra chi spaventato si è chiuso in casa e chi è stato costretto dalle forze dell'ordine, gli italiani si sono tutti raccolti dapprima sui balconi e poi sui social.

Dapprima per live e webinar e poi in attesa del solenne discorso del capo di stato. 
È stata proclamata la pandemia e lo stato di guerra è venuto di conseguenza.

Forse ci ricorderemo le code ai supermercati, le veglie sui balconi, la raccolta di autocertificazioni, di lavarci le mani, il costo esorbitante dei disinfettanti, che le penne lisce non piacciono a nessuno, che 600 euro al mese non sono sufficienti per vivere, che la gente scappava dal nord con il treno di mezzanotte, le mascherine con la carta forno, la fase 2 come la fase 1 però con i parenti.


Forse cercheremo un modo per scherzare e riderci sopra, un modo per andare avanti, per non vedere quello che è evidente.

Per cui caro Leonardo, perdonami se ho romanzato i fatti, forse l'ho fatto nella speranza di un 
"e vissero felici e contenti".


La verità è che non voglio lasciarti un brutto ricordo di questo periodo, la tua vita è andata avanti, con qualche compromesso, ma sta andando avanti. 


E forse oggi che leggi questa lettera nemmeno ti ricordi quello che è successo. 
E forse è proprio per questo che ha senso che te lo scriva, perché oggi sembra la fine del mondo, ma la verità è che è sempre così e poi si avanti. 
Si trova un modo e ci si dimentica.

Il mondo non è finito con i Greci, né con i Romani, né con il Medioevo o le guerre mondiali, non finirà nemmeno con il COVID 19. 

Ci sarà una crisi, che c'è di diverso rispetto al 29 o al 2001?

Prendilo come insegnamento perché hai davanti a te una vita
meravigliosa. E forse questa è la cosa più importante che io potrò mai lasciarti.

Sembra sempre la fine, ma poi ci si rimbocca le maniche e si trova un modo per andare avanti.

E poi, se fosse davvero la fine, pace, è la fine del mondo, puoi solo accettarlo.

Ricordati che ti voglio bene e te ne vorrò sempre.

Foto di fabio.tsu da Pexels

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